whistleblower

Whistleblower

Il Decreto Legislativo 10 marzo 2023, n. 24 rappresenta un importante passo avanti nella protezione dei whistleblower in Italia. Infatti, il decreto mira a tutelare e incoraggiare i whistleblower ad agire in buona fede.

Per spiegare, i whistleblower sono tutti coloro che segnalano violazioni delle leggi o degli standard etici all’interno delle organizzazioni.
In altre parole, protegge le persone che segnalano violazioni e si applica al settore pubblico e privato in Italia.
Il decreto è entrato in vigore il 30 marzo 2023.

 

Canali e procedure per le segnalazioni dei whistleblower

Una delle principali disposizioni del decreto è l’obbligo imposto ai soggetti del settore pubblico e privato di istituire canali e procedure per le segnalazioni interne.
In più, questi canali dovrebbero garantire che i segnalanti possano comunicare in modo sicuro e riservato le rivelazioni di cui sono a conoscenza.
Allo stesso modo, è previsto anche il diritto di effettuare segnalazioni esterne, attraverso organi competenti come l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC).
Inoltre, il decreto prevede la possibilità per i whistleblower di effettuare divulgazioni pubbliche, qualora le procedure interne non abbiano fornito una risposta adeguata o siano state ignorate.
Tutto questo, per promuovere la cultura della segnalazione all’interno delle organizzazioni, garantendo che i segnalanti non subiscano ritorsioni per aver fatto una segnalazione in buona fede.
A tal fine, vengono introdotte disposizioni specifiche per prevenire e contrastare ogni forma di:

  •  discriminazione,
  •  licenziamento,
  •  mobbing,
  •  qualsiasi altra forma di trattamento ingiusto.

 

L’ampliamento dei soggetti protetti come segnalanti

Un altro aspetto importante introdotto da questa normativa è l’ampliamento dei destinatari della protezione del segnalante.
In modo analogo, oltre ai dipendenti, la protezione si estende anche ai volontari, ai tirocinanti e ai parenti.
Questo ampliamento della platea è cruciale per garantire una protezione completa per coloro che si trovano a denunciare violazioni e abusi nel contesto lavorativo o istituzionale.
Per lo stesso motivo, il decreto, amplia anche il campo di applicazione alle aziende private con una media di oltre 50 dipendenti.
Ciò significa che le disposizioni della normativa riguardano sia il settore pubblico che il settore privato, creando un quadro omogeneo per la protezione dei whistleblower in tutta Italia.

 

Le sanzioni per chi ostacola o reagisce alle segnalazioni dei whistleblower

Tuttavia, la protezione dei segnalanti non è sufficiente senza delle sanzioni per chi ostacola o reagisce alle segnalazioni.
Per questo motivo, il decreto prevede sanzioni penali e amministrative per chi commette atti di intimidazione, discriminazione o rappresaglia.
Queste sanzioni possono essere multe, sospensioni, licenziamenti o reclusione, che dipendono dalla gravità dei fatti.
In questo modo, è scoraggiata e punita ogni forma di violenza o pressione verso i whistleblower, che hanno un ruolo fondamentale a tutela dell’interesse pubblico.

 

Il rafforzamento dei principi di trasparenza e responsabilità

Il Decreto Legislativo 10 marzo 2023, n. 24, rappresenta quindi un’importante pietra miliare nella tutela dei segnalanti in Italia.
È un passo avanti nella lotta contro la corruzione e gli abusi di potere, promuovendo una cultura di legalità e responsabilità sia nel settore pubblico che in quello privato.
Le nuove disposizioni, secondo la disciplina transitoria prevista dal decreto, avranno effetto a decorrere dal 15 luglio 2023.
Tuttavia, è importante notare che l’obbligo di istituzione del canale di segnalazione interna per i soggetti del settore privato avrà effetto dal 17 dicembre 2023.
Ciò significa che aziende private con più di 50 dipendenti saranno tenute a mettere in atto un canale di segnalazione interna a partire da quella data.
Ulteriori dettagli sulle disposizioni specifiche e sui settori interessati possono essere forniti attraverso la consultazione del testo completo del decreto legislativo; oppure consultando il nostro Studio Legale ADIus.