Separazione

Diritto di famiglia

SEPARAZIONE

Come funziona la separazione legale?

Con la separazione, inoltre, i coniugi sono autorizzati a vivere separati a determinate condizioni, ma rimangono marito e moglie, nel senso che non viene meno il vincolo coniugale. Infatti, in caso di morte di uno dei due coniugi, avvenuta successivamente alla separazione, l’altro sarebbe comunque erede legittimo.

La separazione legale consente ad entrambi i coniugi di iniziare una nuova vita con le adeguate tutele, anche per i figli minorenni e non economicamente autosufficienti.

 

I diversi aspetti economici e non

Con la Separazione Legale essa, infatti, i coniugi possono regolare diversi aspetti, economici e non, relativi al loro rapporto e alla vita dei figli minori o maggiorenni non economicamente autosufficienti (mantenimento per i figli, assegnazione della casa coniugale, vendita della quota di proprietà della casa familiare tra moglie e marito). In questo modo uno dei due diventa proprietario esclusivo e l’altro avrà nuove risorse economiche.

Con la separazione, inoltre, i coniugi sono autorizzati a vivere separati a determinate condizioni, ma rimangono marito e moglie, nel senso che non viene meno il vincolo coniugale.

Infatti, in caso di morte di uno dei due coniugi, avvenuta successivamente alla separazione, l’altro sarebbe comunque erede legittimo.

Separati in casa

Quando i matrimoni giungono al capolinea

Spesso le coppie decidono di vivere una vita da ‘‘separati in casa’’. I motivi che portano i coniugi a proseguire un matrimonio ormai volto al termine sono diversi:

  • il desiderio che i figli crescano comunque con la presenza di entrambi i genitori;
  • la possibilità di dividere le spese di casa e di vita;
  • l’abitudine;
  • la paura del cambiamento.

Tuttavia, continuare a vivere un matrimonio infelice non permette di vivere una vita libera e indipendente, di essere pienamente felici né di concedersi una nuova e più appagante relazione sentimentale. Permanere nella situazione di separati in casa, inoltre, non fa venir meno il vincolo matrimoniale e dunque marito e moglie, infelicità a parte, continuano ad avere gli stessi reciproci diritti e doveri.

 

La soluzione corretta, dunque, potrebbe essere quella di separarsi solo di fatto oppure legalmente.

 

La separazione è un rimedio accessibile a tutti, infatti se chi vuole separarsi ha un reddito inferiore ad € 11.746,68, potrà accedere al patrocinio a spese dello Stato (c.d. Gratuito patrocinio). In questo caso, pur ricevendo la consulenza e il servizio legale necessario, egli non pagherà l’Avvocato né i bolli e le notifiche degli atti giudiziari.

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    Separazione di fatto

    I coniugi decidono di non condividere più la vita quotidiana

    Con la separazione di fatto, semplicemente, i coniugi decidono di non condividere più la vita quotidiana, pertanto smettono di vivere sotto lo stesso tetto e vanno a vivere in case diverse.

     

    Solitamente succede che uno dei due coniugi cambi domicilio o residenza ma, rimanendo uniti in matrimonio, entrambi continuano ad essere reciprocamente soggetti ai medesimi diritti e doveri assunti proprio con il matrimonio, senza magari rispettarli.

    Procedere ad una semplice separazione di fatto, dunque, può portare alla violazione dei principali obblighi coniugali:

    • fedeltà (non si potrebbero, infatti, avere nuove relazioni);
    • solidarietà (economica, poiché entrambi dovrebbero partecipare alle spese familiari necessarie);
    • assistenza morale e materiale (soddisfare esigenze di carattere primario, economiche e non, anche nei confronti dei figli);
    • collaborazione (contribuzione alle esigenze economiche della famiglia e partecipare alle decisioni riguardanti i figli);
    • coabitazione (il dovere di coabitare cessa solo con il deposito della domanda di separazione, salvo la presenza di una giusta causa o di un accordo tra i coniugi).

    Cosa succede in presenza di figli?

    In presenza di figli, specie se minorenni, la sola separazione di fatto potrebbe rivelarsi addirittura pericolosa. Le promesse di uno dei due genitori, infatti, relative al mantenimento, alle visite e al sostegno morale e materiale dei figli, potrebbero non essere mantenute e non si avrebbero strumenti giuridici efficaci per porre rimedio a tale situazione.

    L’unica possibilità, a quel punto, sarebbe quella di percorrere la strada della separazione legale, avendo perso, però, tempo prezioso e magari somme di denaro difficili da recuperare.

    GIUDIZIALE O CONSENSUALE

    SEPARAZIONE GIUDIZIALE

    Il diritto di separarsi anche se l’altro non vuole

    Ciascun coniuge ha il diritto di separarsi anche se l’altro non vuole e dunque anche senza il suo consenso.

    I presupposti per la separazione giudiziale, secondo quanto previsto dall’articolo 151, comma 1 del Codice civile, sono il verificarsi di fatti tali da rendere intollerabile la prosecuzione della convivenza o da recare un grave pregiudizio all’educazione della prole.

     

    Il rimedio della separazione giudiziale è fondamentale nel momento in cui la conflittualità tra marito e moglie è molto alta ed impedisce il raggiungimento di un accordo, oppure quando la distanza tra le rispettive richieste non è colmabile o non vi è la comune volontà di individuare possibili soluzioni almeno in parte condivisibili.

    La Separazione Giudiziale come strumento d'aiuto

    La Separazione GIudiziale è d’aiuto anche nel caso in cui entrambi i coniugi siano d’accordo nel separarsi ma non riescano a trovare un punto d’incontro per regolare i rapporti personali, patrimoniali e le questioni relative ai figli.

    In queste situazioni, ciascun coniuge, assistito e rappresentato da un avvocato, potrà avviare una vera e propria causa in Tribunale, presentando apposito ricorso per conseguire la separazione giudiziale.

    Il procedimento così avviato, in estrema sintesi, si articola in due fasi:

    Firma dei documenti

    1. Udienza Presidenziale

    Alla primissima udienza, il Giudice – sentite le parti che dovranno essere presenti – autorizzerà le stesse a vivere separate e disporrà i provvedimenti urgenti e temporanei in ordine all’assegnazione della casa coniugale, al diritto di visita dei figli, al loro mantenimento etc., il tutto per dare delle regole alle quali attenersi per tutta la durata del processo.

    Il verbale d’udienza presidenziale è un vero e proprio titolo esecutivo: se viene disposto un contributo economico che poi non viene puntualmente pagato, grazie a tale provvedimento, si potrà già da subito procedere con il pignoramento del conto corrente, ad esempio, o della retribuzione.

    2. Il vero e proprio processo

    Adottati i provvedimenti temporanei, inizia la vera e propria causa durante la quale saranno depositati diversi atti scritti da parte degli avvocati, saranno depositati i documenti, richieste le prove, sentiti i testimoni, eseguite le perizie di accertamento, per esempio sulla capacità reddituale o sul patrimonio di uno o entrambi i coniugi o, nei casi più gravi, sulla capacità genitoriale.

    Diritto

    Al termine di questo lungo processo, che potrebbe durare anche qualche anno, il Giudice depositerà una sentenza con le decisioni del caso, basate sulle risultanze delle prove formatesi e raccolte nel processo. Questa sentenza di separazione potrà confermare o modificare i provvedimenti temporanei assunti in precedenza in sede di udienza presidenziale.

     

    I costi di una separazione giudiziale sono importanti poiché oltre alla fase di Udienza Presidenziale, si deve affrontare un lungo processo con parecchia attività legale da svolgere.

    SEPARAZIONE CONSENSUALE

    Un solo avvocato

    Se entrambi i coniugi, invece, sono d’accordo a separarsi, possono anche farsi assistere da un solo avvocato, specialmente se tra loro sussiste un rapporto di rispetto, correttezza e lealtà che permetterà di individuare – con la consulenza dell’avvocato – le migliori soluzioni possibili per loro stessi e per i figli.

    La separazione consensuale con un solo avvocato permetterà ai coniugi di abbattere sensibilmente sia i costi legali che le tempistiche: quanto ai costi legali l’importo non è doppio per il fatto che l’avvocato assiste sia il marito che la moglie, ma l’incremento è solo del 30%; quanto alle tempistiche si passa da qualche anno per una causa di separazione giudiziale a qualche settimana per l’accordo consensuale con un solo avvocato.

    Con due avvocati diversi

    Spesso accade che i coniugi siano d’accordo nel separarsi ma non riescano ‘‘a trovare una quadra’’, cioè non arrivino ad individuare soluzioni condivise per regolare i rapporti personali e patrimoniali, il mantenimento e il diritto di visita dei figli.

    L’accordo, inoltre, può avere anche un contenuto eventuale, nel quale i coniugi possono regolare l’assetto economico dei rapporti tra di loro (ad esempio il trasferimento della proprietà di un’automobile, i trasferimenti immobiliari, la vendita di determinati beni comuni e la ripartizione del relativo ricavato etc..). I coniugi possono anche regolamentare la permanenza dell’animale domestico presso l’una o l’altra abitazione.

    Una volta trovato l’accordo, questo potrà essere depositato in Tribunale mediante un ricorso congiunto, per essere poi omologato dal Giudice.

    Il procedimento, dunque, è molto più snello: depositato il ricorso congiunto verrà fissata l’udienza presidenziale alla quale le parti dovranno presenziare per sottoscrivere il verbale d’udienza e confermare gli accordi. Gli atti verranno poi omologati dal Tribunale nel giro di qualche settimana e l’obiettivo è raggiunto.

    I costi relativi a questa tipologia di separazione personale sono correlati ai compensi pattuiti da ciascun coniuge con il proprio legale, nulla sarà dovuto all’altro avvocato.

    Ogni coniuge, allora si potrà rivolgere ad un avvocato che lo assisterà nel suo interesse. Successivamente l’avvocato dell’uno parlerà con l’avvocato dell’altra coltivando una trattativa che possa soddisfare gli interessi del proprio cliente, con la finalità di raggiungere un accordo.

    Tale accordo deve avere un contenuto minimo essenziale:

    Come sono tutelati i figli minori nelle diverse ipotesi di separazione?

    Sia nella separazione giudiziale che in quella consensuale i figli devono sempre essere tutelati.

    Anche se i genitori decidono di interrompere il matrimonio, infatti, i figli meritano di essere adeguatamente protetti, considerando, peraltro, che mamma e papà, anche se non sono più marito e moglie, rimangono per sempre genitori, con precisi diritti e doveri.

    La tutela dei figli è centrale in ogni separazione e, di norma, si realizza e concretizza attraverso:

    La tutela dei figli è centrale in ogni separazione e, di norma, si realizza e concretizza attraverso:

    • l’assegnazione della casa coniugale al coniuge con il quale i figli minori o maggiorenni ma non economicamente autosufficienti abiteranno (c.d. collocazione abitativa);
    • la determinazione di un importo mensile (c.d. assegno di mantenimento) in favore dei figli ed erogato al genitore con il quale gli stessi abiteranno, che verrà utilizzato per far fronte alle spese ordinarie dei figli e che verrà determinato in proporzione ai redditi dei genitori;
    • la suddivisione delle spese straordinarie nella misura del 50% a carico di ciascun coniuge (o nella diversa misura, tenendo conto di una eventuale differenza importante tra i redditi dei due);
    • l’affidamento dei bambini, di regola e salvo situazioni particolari, è condiviso e, da un lato, deve garantire ai figli una crescita equilibrata con entrambi i genitori e, dall’altro, assicurare ad entrambi i genitori di poter svolgere il loro ruolo educativo e affettivo;
    • la regolamentazione del diritto di visita tra i figli ed il genitore con il quale non stanno abitualmente.

    pay-money

    Così come il contributo economico posto a carico del genitore con cui i figli non vivono abitualmente (c.d. genitore non collocatario) deve consentire che i bambini abbiano un adeguato sostegno economico da parte di entrambi i genitori, allo stesso tempo il genitore che ‘‘è uscito di casa’’ dovrà essere messo in una condizione adeguatamente sostenibile.

    È opportuno ricordare che i figli devono essere mantenuti da entrambi i genitori: il mantenimento corrisposto è solo un contributo che si aggiunge a quanto l’altro genitore ‘‘spende’’ in via diretta per i figli, avuto riguardo ai redditi dei singoli genitori ed al tempo trascorso con l’uno e con l’altro.

    Se, per esempio, i figli minori trascorressero esattamente la metà del tempo con ognuno dei genitori, e questi avessero redditi equivalenti, il contributo al mantenimento potrebbe non essere previsto perché entrambi provvederebbero in via diretta. Rimarrebbero da suddividere al 50% solo le spese straordinarie.

    Bilancia

    Se per contro, uno dei genitori non avesse la possibilità o la volontà di tenere i figli per un tempo adeguato, è chiaro che l’altro sarebbe esposto a costi maggiori dovendo provvedere per più tempo ai bisogni e alle esigenze dei figli in modo diretto. In questo caso, il contributo al mantenimento sarà decisamente più elevato.

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