L'affidamento super esclusivo dei figli

L’affidamento super esclusivo dei figli

Nel diritto di famiglia italiano, il principio dell’affido condiviso dei figli minori rappresenta la regola generale. È considerato il modello più idoneo a garantire il diritto del minore di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori, anche dopo la separazione o il divorzio.
Tuttavia, la realtà familiare non sempre consente di applicare questo principio in modo sereno. In alcune situazioni, l’interesse del minore impone al giudice di derogare all’affido condiviso, arrivando in casi estremi a disporre un affidamento super esclusivo. Trattasi di una forma rafforzata di affido esclusivo che attribuisce a un solo genitore l’intera responsabilità genitoriale, anche sulle decisioni più importanti riguardanti salute, istruzione, educazione e residenza.

Il caso: la sentenza del Tribunale di Pescara

Un esempio emblematico arriva dal Tribunale di Pescara con la sentenza n. 559 del 19/5/2025. Questa, infatti, ha disposto l’affido super esclusivo dei figli minori alla madre, a fronte del totale disinteresse del padre.

Una crisi coniugale ha portato la moglie a chiedere la separazione, con istanza di affidamento esclusivo dei figli, assegnazione della casa coniugale e un contributo economico da parte del marito.
Nonostante la regolare notifica degli atti, il padre non si è mai costituito in giudizio. E’ rimasto contumace, manifestando così una completa assenza di coinvolgimento, sia morale che economico, nella vita dei figli.
Il Tribunale ha ritenuto tale condotta indice di una grave inadeguatezza genitoriale, tale da compromettere irrimediabilmente il legame con i minori. Questi, intimoriti dal padre, avevano ormai interrotto ogni contatto con lui.

La decisione trova fondamento nell’articolo 337-quater del Codice Civile, che consente al giudice di derogare all’affido condiviso quando questo risulti contrario all’interesse superiore del minore.
La giurisprudenza della Cassazione chiarisce che l’affido esclusivo è giustificato quando un genitore non esercita in modo consapevole e costante i propri doveri genitoriali, né partecipa al sostegno materiale ed educativo dei figli.

Nel caso di Pescara, il Tribunale ha riconosciuto che il padre non solo non aveva provveduto al mantenimento economico, ma aveva mostrato un totale disinteresse affettivo e relazionale. Inoltre egli aveva avuto atteggiamenti percepiti come aggressivi dai minori.
Alla luce di tali elementi, il giudice ha ritenuto necessario attribuire alla madre ogni potere decisionale, configurando così un affidamento super esclusivo. È importante sottolineare che questa misura può essere disposta anche d’ufficio, ossia su iniziativa del giudice, senza una specifica richiesta della parte interessata.

Le conseguenze pratiche dell’affidamento super esclusivo

In base alla pronuncia del Tribunale di Pescara:

  •  La madre ha ottenuto la piena responsabilità su tutte le decisioni relative ai figli, comprese quelle di maggiore importanza (scuola, salute, educazione, residenza).
  •  L’abitazione familiare è stata assegnata alla madre, anche se formalmente intestata al marito.
  •  Il padre è stato condannato a versare 500 euro mensili per il mantenimento ordinario dei figli, oltre al 50% delle spese straordinarie.

Questa configurazione mira a garantire stabilità, serenità e tutela effettiva dei minori, escludendo l’interferenza di un genitore che ha dimostrato di non essere in grado — o di non voler — esercitare il proprio ruolo.

Concludendo, la sentenza del Tribunale di Pescara rappresenta un esempio concreto di come la giurisprudenza italiana sappia tutelare l’interesse superiore del minore anche con provvedimenti radicali, quando necessario.
L’inattività processuale e il disinteresse genitoriale non vengono interpretati solo come comportamenti negligenti, ma come indicatori di una profonda inidoneità educativa. Questi sono tali da giustificare l’estromissione del genitore dalle decisioni fondamentali della vita dei figli.
L’affidamento super esclusivo, pur essendo una misura eccezionale, è dunque pienamente legittimo e coerente con il principio di protezione del minore, che deve sempre prevalere su ogni altro interesse, anche su quello dei genitori.