Vivere in un condominio comporta la condivisione di spazi comuni e l’accettazione di regole di convivenza che garantiscano il rispetto reciproco, quindi, la tutela dei condomini. Tuttavia, per chi soffre di gravi patologie, alcune attività svolte da altri condomini possono rappresentare una minaccia concreta al proprio benessere, rendendo necessarie tutele specifiche.
La legge a tutela del condominio
L’utilizzo di un immobile in condominio deve rispettare il principio del neminem laedere, ovvero il divieto di arrecare danno agli altri. Questo principio è sancito dall’art. 844 del Codice Civile, che regola le cosiddette immissioni – come rumori, fumi, odori e vibrazioni – provenienti da altre unità immobiliari. In base a questa norma, le immissioni sono tollerabili solo se non superano una soglia di disturbo considerata accettabile, oltre la quale possono essere considerate “intollerabili”.
Nel caso di condomini affetti da gravi patologie, la soglia di tollerabilità può essere significativamente più bassa, dato che anche lievi disturbi possono influire negativamente sulla loro salute. Inoltre, la Legge 104/1992, che tutela i diritti delle persone con disabilità, può essere invocata come elemento di rafforzamento nella richiesta di cessazione delle immissioni, anche se non disciplina direttamente questa materia.
Strumenti di tutela per i condomini fragili
Quando le immissioni superano i limiti di tollerabilità, chi è più vulnerabile può utilizzare diversi strumenti per tutelarsi:
1. Consultare il Regolamento Condominiale. Verificare se l’attività che causa disturbo viola le regole interne del condominio. Spesso i regolamenti prevedono disposizioni specifiche su orari di quiete e limitazioni per attività potenzialmente moleste.
2. Coinvolgere l’Amministratore di Condominio. L’amministratore ha il dovere di far rispettare le norme condominiali e può intervenire direttamente con richiami formali al responsabile delle immissioni. Può anche convocare un’assemblea per discutere provvedimenti correttivi.
3. Inviare una Diffida Formale. Se le immissioni persistono, è possibile inviare una diffida scritta, chiedendo la cessazione del comportamento molesto entro un termine preciso.
4. Richiedere l’Intervento delle Autorità. In situazioni particolarmente gravi, è possibile segnalare il problema alle autorità competenti, come il Comune, l’ASL o la Polizia Municipale, per richiedere verifiche e interventi.
5. Azione Legale. Se tutte le altre soluzioni falliscono, si può valutare l’avvio di un’azione legale per chiedere la cessazione delle immissioni e il risarcimento dei danni subiti.
Conclusione
La vita in condominio richiede equilibrio tra i diritti individuali e quelli collettivi. Per i condomini con gravi patologie, la legge offre strumenti di protezione per garantire un ambiente salubre e sicuro. Sebbene la Legge 104/1992 non tratti esplicitamente le immissioni, il diritto alla salute può essere un elemento decisivo nel determinare l’intollerabilità di certi comportamenti. In questi casi, è fondamentale agire prontamente e in modo informato per garantire il rispetto dei propri diritti.