Trasferimento d'azienda e licenziamenti

Trasferimento d’azienda e licenziamenti

Il trasferimento d’azienda è un evento che spesso solleva dubbi e problematiche per i lavoratori, specialmente quando si tratta di licenziamenti. La recente ordinanza della Corte di Cassazione (9 dicembre 2024, n. 31551) ha fornito chiarimenti importanti su un punto cruciale: cosa accade se il licenziamento avviene dopo il trasferimento dell’azienda?

 

Il problema del licenziamento dopo il trasferimento d’azienda

Quando un’azienda viene trasferita a un nuovo proprietario, i lavoratori potrebbero trovarsi nella situazione di essere licenziati poco dopo il passaggio. Il datore di lavoro potrebbe giustificare il licenziamento per motivi economici, come un calo dell’attività. Tuttavia, secondo la Cassazione, un licenziamento operato dal cedente (l’azienda che cede al nuovo proprietario) dopo il trasferimento è considerato giuridicamente inesistente.

Cioè, secondo la Corte, un licenziamento deciso dal cedente dopo il trasferimento dell’azienda non ha alcun valore legale, in quanto l’azienda cedente non è più il datore di lavoro legittimato a prendere questa decisione. Il concetto chiave è che il licenziamento è “tamquam non esset”, ovvero come se non fosse mai avvenuto giuridicamente.
Di conseguenza, il licenziamento non è considerato illegittimo, ma inesistente. Questo implica che non si applicano le normali tutele previste dalla legislazione sui licenziamenti (come l’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori o l’art. 8 della Legge 604/1996), poiché il licenziamento proviene da una parte non più titolata a farlo.

 

Quali sono le tutele per il lavoratore?

Nel caso in cui un licenziamento venga dichiarato inesistente, il rapporto di lavoro rimane in essere con la nuova azienda (la cessionaria). Di conseguenza, il lavoratore mantiene il diritto a percepire le retribuzioni maturate e può anche chiedere un risarcimento per eventuali danni subiti.

Un aspetto importante chiarito dalla Cassazione è che, in questi casi, il lavoratore non ha nemmeno l’obbligo di impugnare il licenziamento, poiché esso non ha effetti giuridici. In pratica, il rapporto di lavoro è da considerarsi come mai interrotto e prosegue con la nuova azienda.

Dunque, il principio stabilito dalla Corte di Cassazione è chiaro: in caso di trasferimento d’azienda, il licenziamento operato dal cedente dopo il passaggio non ha alcun effetto legale. Questo significa che il lavoratore non può essere privato dei propri diritti a causa di decisioni aziendali prese in modo non conforme alla normativa.

Se ti trovi in una situazione simile, è fondamentale informarti e valutare se consultare un esperto del diritto del lavoro per tutelare al meglio i tuoi diritti.