L’avvocato del lavoro o giuslavorista si occupa di tutte le controversie legate al rapporto di lavoro. Queste possono riguardare sia gli aspetti economici che disciplinari (regole di comportamento da seguire in azienda), che normativi.
Può assistere sia il dipendente che intende far valer i propri diritti nei confronti del datore di lavoro, sia il datore di lavoro stesso, che richiede una consulenza nel caso in cui voglia tutelarsi dalle azioni promosse dai dipendenti.
Quando ci si rivolge ad un avvocato del lavoro?
L’avvocato del lavoro può intervenire in casi come:
- licenziamenti individuali e collettivi;
- trasferimento di azienda;
- contratti di lavoro;
- sicurezza sul lavoro e prevenzione degli infortuni;
- lavoro autonomo, rapporti di procacciamento d’affari e rapporti di agenzia;
- contratti di appalto;
- procedimenti disciplinari e relative contestazioni;
- dimissioni per giusta causa;
- demansionamento;
- diversa qualificazione del rapporto di lavoro;
- mobbing;
- discriminazione sui luoghi di lavoro;
- richiesta di differenze retributive o di competenze dovute e non pagate;
- lavoro nero.
Soprattutto quando ci si ritrova ad avere contrasti con il datore di lavoro, è importante rivolgersi ad un avvocato del lavoro in maniera tempestiva, perché i tempi delle controversie di lavoro, spesso, sono molto stretti. Per esempio, nel caso di un licenziamento illegittimo ci sono solo 60 giorni per impugnare il licenziamento e rispondere alla lettera di un datore di lavoro!
Il suo supporto è, altresì, utile anche quando si presentano contrasti di tipo economico, comportamentale o di altro genere nel rapporto lavorativo, perché potrà recuperare tutte le informazioni e gli atti necessari per dare assistenza, rispettando i tempi dettati dalla normativa che è molto complessa.
La risoluzione delle controversie di lavoro
In linea di massima, tutte le vertenze di lavoro possono essere definite senza “andare in Tribunale” e dunque con minori costi; un accordo tra le parti può anche prevedere che non ci siano costi per il cliente evitandogli così le lunghe attese e le spese processuali e del suo avvocato.
Con la conciliazione il lavoratore, assistito dall’avvocato del lavoro, può promuovere un tentativo di conciliazione in sede amministrativa (Commissioni di Conciliazione presso la Direzione Provinciale del Lavoro), in sede sindacale (secondo le procedure previste dai contratti collettivi di lavoro), o presso le Commissioni di Certificazione.
Se le parti non riescono a raggiungere un accordo sarà il Tribunale ordinario in funzione di Giudice Unico del Lavoro a decidere con sentenza e in secondo grado la Corte d’Appello territorialmente competente (sempre sezione lavoro) in composizione collegiale.