Art 572: Sussistono i maltrattamenti in famiglia anche se la coppia è separata?

Art 572: Sussistono i maltrattamenti in famiglia anche se la coppia è separata?

L’art 572 del codice penale punisce i maltrattamenti all’interno del contesto familiare, un reato che assume una caratteristica particolare proprio perché l’offesa avviene in un ambito di relazioni affettive. Questo reato è definito “proprio”, in quanto viene commesso da chi ha una relazione affettiva con la vittima, e “abituale”, poiché i maltrattamenti si verificano ripetutamente nel tempo.

 

Il caso della Corte d’Appello di Lecce

Un caso recentemente trattato dalla Corte d’Appello di Lecce ha posto l’attenzione sui maltrattamenti di un marito nei confronti della moglie, emersi durante un procedimento di separazione. Il marito aveva impugnato la decisione che gli aveva addebitato la separazione, sostenendo che la qualificazione del fatto come maltrattamento fosse errata. Secondo la difesa, per configurarsi tale reato era necessaria l’attualità della relazione familiare, ossia un legame affettivo con i conseguenti doveri di solidarietà e assistenza. Poiché i coniugi si erano separati da tempo e non vivevano più insieme, egli sosteneva che non potesse più configurarsi il reato di maltrattamenti.
Tuttavia, la Corte ha confermato la qualificazione del reato come maltrattamento ai sensi dell’art 572 c.p., facendo riferimento alla gravità e alla reiterazione dei comportamenti.

 

L’orientamento giurisprudenziale consolidato concorde con l’art 572

La sentenza si inserisce in un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato; secondo questo, il reato di maltrattamenti in famiglia può configurarsi anche quando i fatti si verificano dopo la separazione legale o di fatto, a condizione che persista un vincolo affettivo o familiare. Questo perché, come stabilito dalla Corte di Cassazione (sentenza n. 45400/2022), il coniuge continua a far parte della famiglia fino al divorzio, indipendentemente dalla convivenza.
Il reato di maltrattamenti può essere configurato anche nei casi in cui l’autore del reato non coabiti più con la vittima; purché persista un legame, come nel caso di rapporti di filiazione. In tali situazioni, il vincolo familiare è testimoniato dalla presenza di figli e dagli obblighi di mantenimento e cura.

In sintesi, la Corte ha ribadito che il reato di maltrattamenti può essere perseguito anche in assenza di convivenza; sempre se sussiste ancora un vincolo familiare o affettivo, come nel caso del matrimonio o della filiazione. La separazione legale non estingue i doveri reciproci di rispetto e assistenza, e pertanto gli atti di maltrattamento possono continuare a essere perseguiti penalmente. Questo principio è fondamentale per garantire la tutela delle vittime di violenza domestica, anche in situazioni di separazione o dissoluzione del nucleo familiare.