In Italia, l’obbligo di mantenimento dei figli da parte dei genitori non termina automaticamente al compimento dei 18 anni, ma persiste fino al raggiungimento dell’indipendenza economica. Questo dovere non è legato al matrimonio dei genitori, ma deriva dal legame di filiazione, il che significa che riguarda tanto le coppie sposate quanto quelle conviventi o separate.
L’obbligo di mantenimento dei figli è sancito dal Codice civile italiano e prevede che il genitore debba provvedere alle necessità primarie del figlio, come alloggio, cibo, istruzione e partecipazione alla vita sociale. Tuttavia, stabilire un’età precisa in cui l’obbligo cessa è complesso, poiché dipende da vari fattori come lo sviluppo del percorso formativo e l’ingresso nel mondo del lavoro.
Mantenimento dei figli minorenni
Fino alla maggiore età, il mantenimento è quasi automatico. I genitori devono garantire il sostentamento dei figli, provvedendo anche alle spese educative, ricreative e culturali. Questo include, ad esempio, l’acquisto di strumenti tecnologici per la scuola, la partecipazione a sport o altre attività sociali. L’obiettivo è fornire ai figli una crescita equilibrata, rispettando le esigenze tipiche dell’età.
In caso di separazione o divorzio, il genitore non collocatario, ovvero quello che non vive stabilmente con i figli, deve versare un assegno di mantenimento. Questo contributo è stabilito tenendo conto delle possibilità economiche di entrambi i genitori e delle necessità dei figli.
Mantenimento dei figli maggiorenni
L’obbligo di mantenimento dei figli non termina automaticamente al raggiungimento della maggiore età. I genitori devono continuare a sostenere i figli fino a quando non raggiungono una reale indipendenza economica. Questo significa che, se il figlio continua gli studi universitari o professionali, i genitori sono tenuti a contribuire alle sue spese, inclusi eventuali costi per un alloggio fuori sede.
La legge non stabilisce un’età limite precisa per la fine di questo obbligo, ma la giurisprudenza ha spesso fissato un termine indicativo intorno ai 30-35 anni. Tuttavia, questo può variare a seconda delle circostanze: se il figlio dimostra di impegnarsi seriamente nel proprio percorso formativo o nella ricerca di un lavoro, i genitori potrebbero essere chiamati a prolungare il sostegno. In alcuni casi, il dovere può cessare anche prima, ad esempio se il figlio trova un lavoro part-time stabile o intraprende una carriera che gli consente di mantenersi da solo.
Indipendenza economica e responsabilità dei figli
L’indipendenza economica dei figli è il fattore determinante per la cessazione dell’obbligo di mantenimento. Non è sufficiente che il figlio trovi un impiego temporaneo o precario: per essere considerato economicamente indipendente, deve avere un reddito stabile e adeguato alle sue esigenze. Ad esempio, un contratto a tempo determinato potrebbe non essere sufficiente, mentre un lavoro a tempo indeterminato, anche part-time, potrebbe esserlo.
La giurisprudenza sottolinea che i figli hanno il dovere di cercare attivamente un’occupazione e di non rimanere dipendenti dai genitori in modo passivo. Se un figlio si dimostra negligente o non cerca lavoro in modo attivo, i genitori possono chiedere al giudice di cessare l’obbligo di mantenimento. Questo principio vale soprattutto dopo i 30 anni, quando l’età e l’esperienza dovrebbero consentire di trovare una qualche forma di occupazione.
Modifiche dell’assegno di mantenimento
L’assegno di mantenimento per i figli può essere modificato in base a cambiamenti nelle condizioni economiche dei genitori o nelle necessità del figlio. Ad esempio, se il figlio inizia a frequentare l’università o ha bisogno di alloggio fuori sede, l’assegno potrebbe aumentare. Al contrario, se il genitore obbligato subisce una riduzione del reddito, come nel caso di una malattia o della perdita del lavoro, l’importo potrebbe essere ridotto.
In caso di disaccordo tra i genitori separati o divorziati, è il giudice a stabilire le eventuali modifiche all’assegno, tenendo conto delle mutate circostanze.
In sintesi, i genitori devono mantenere i figli fino a quando questi non sono in grado di provvedere a sé stessi, con un obbligo che può prolungarsi anche oltre i 30 anni. Tuttavia, l’autonomia economica del figlio rappresenta il fattore chiave per la cessazione di tale obbligo.